Mercoledì 20 giugno, alle ore 19, presso i locali dell’Associazione Flavio Beninati (via Quintino Sella, 35) avrà luogo la proiezione de “Asakusa no Brecht” (2011) e “Nanbanjin” (2011), i primi due film della TRILOGIA “NIHON SANBUSAKU” di Gianni di Gebbia.
INGRESSO GRATUITO
(Per prenotazioni: 091 589598 – info@flaviobeninati.net)
Il programma di questa TRILOGIA dal titolo NIHON SANBUSAKU si svolge in tre proiezioni dei film girati da Gianni Gebbia,sassofonista e compositore palermitano,e che trattano della relazione tra Europa,Sicilia e Giappone. Tutto é iniziato dal lunghissimo periodo trascorso dal musicista in Giappone fino al 2015 e dalla scoperta e studio delle antichissime relazioni tra Sicilia e Giappone. Questa trilogia è stata girata con mezzi minimali in assoluta autoproduzione seguendo la logica dell’improvvisazione ed utilizzando artisti amici,performers e non professionisti.
– Il primo capitolo della trilogia si intitola “ Asakusa no Brecht “ ( Brecht ad Asakusa ) ed è un viaggio visionario e segreto Attraverso i meandri segreti della vita notturna della parte più storica di Tokyo ed in particolare numerosi artisti che legano la tradizione giapponese giapponese le arti in via di estinzione accanto al cabaret di influenza europea ed il Burlesque .
– Il secondo film si intitola e “ Nanbanjin “ ( I barbari del sud ) e tratta delle avventure e disavventure dei monaci missionari in Giappone perlopiù provenienti dalla Sicilia con particolare riferimento al monaco Giovan Battista Sidoti , domenicano palermitano il quale decise di tornare in segreto in Giappone più di un secolo dopo l’editto che vietava agli stranieri di mettervi piede piede. contemporaneamente film tratta in generale del buddhismo zen e del cattolicesimo e della loro presenza nel paese del Sol Levante.
– Altra caratteristica dei barbari del sud come venivano chiamati i missionari, è quella di essere un lavoro sugli uomini occidentali in Giappone e questo ci porta direttamente al terzo capitolo della trilogia dal titolo “ O’tama Monogatari ” (la storia di O’tama )che tratta invece della storia di una donna giapponese in Sicilia a fine ottocento ed è la storia della pittrice ho Tam Ragusa la quale giovanissima età seguì si innamorò Me lo scultore palermitano Vincenzo Ragusa e Fujii con lui in Sicilia a Palermo e prendo trascorrendo quasi l’interezza della sua vita, per poi ritornare controvoglia in Giappone alla morte di quest’ultimo . O’tama creò a Palermo una scuola di arti plastiche orientali giapponesi lGrande gol sulla pittura locale tramite la sua instancabile attività di pittrice e lo stesso valse valse il marito a Ragusa che fu tra i creatori dell’accademia delle belle arti di Tokyo seguito da numerosi discepoli che avevano intrapreso lo stile artistico occidentale .
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Programma
20 GIUGNO – Asakusa no Brecht (Brecht ad Asakusa) e Nanbanjin (I barbari del sud)
21 GIUGNO – O’Tama Monogatari (La storia di O’Tama) a seguire un concerto con Camillo Amalfi