CRONACHE DEL “L’ORA”: 1985-1988

PRESENTAZIONE LIBRO

Giovedì 26 gennaio verrà presentato il libro di fotografie di Fabio Sgroi “Chronicles of the newspaper L’Ora. Palermo 1985-1988” (“Cronache del giornale L’Ora. Palermo 1985-1988”). Con l’autore dialogheranno Daniele Billitteri (giornalista), Manfredi Beninati (artista) e Carla Garofalo (avvocato penalista).

Giovedì 26 GENNAIO 2023
ORE 18,00
Via Quintino Sella 35

* Ingresso libero

L’AUTORE

Fabio Sgroi (Palermo, 1965) è un fotografo e fotoreporter. Si avvicina alla fotografia nel 1984, ritraendo amici e giovani vicini alla scena punk e underground; nel 1985, appena ventenne, inizia a collaborare col quotidiano L’Ora di Palermo. Ha sempre mostrato un profondo interesse per la sua città e “la sua terra” (la Sicilia) documentandone ricorrenze, cerimonie religiose e vita quotidiana, ma ha anche lavorato in giro per l’Europa e in diverse altre parti del mondo. Dal 2000 si concentra anche sul formato panoramico, dedicandosi al paesaggio urbano e all’archeologia industriale.
I suoi scatti sono stati esposti in mostre personali e collettive, in Europa e negli Stati uniti, tra cui: “Diaframma-Kodak”, Milano; “Artget Gallery”, Ethnographic Museum, Belgrado; “Padiglione Istituto Italiano di Cultura nel Mondo 2011”, 54. Biennale di Venezia; “Leica Gallery”, Solms; “Rencontres d’Arles”, Arles; “PhotoBiennale Moscow”, Mosca; “Biennale Photographique”, Bonifacio; “Centre Méditerranéen de la Photographie”, Bastia; “Saba Gallery”, New York; “Visa pour l’Image”, Perpignan.

Prima di “CRONACHE DEL GIORNALE L’ORA” il lavoro di Sgroi era stato raccolto in diverse altre pubblicazioni tra cui: “Past Euphoria Post Europa”, Crowdbooks, 2017; “Palermo 84-86. Early works”, Yardpress, 2018; “PA 90”, Union Editions, 2021; “PA Archivio. Volime Uno”, Baco About Photographs, 2022.

IL LIBRO

CHRONICLES OF THE NEWSPAPER L’Ora
Palermo 1985-1988

Autore: Fabio Sgroi
Editore: Union Editions (Roma)
Collana: 
ISBN: 
Data di pubblicazione: Novembre 2022
Pagine: 116
Formato: cm 21×30
Rilegatura: Nessuna (Folder)
Tiratura (1ma edizione): 300 copie

Nota dell’Autore

Ricordo quegli anni come un momento storico molto cruento. L’atmosfera in città era molto pesante, perchè gli omicidi non riguardavano più soltanto la cerchia dei clan mafiosi, ma cominciavano a estendersi oltre, negli ambienti della politica e dell’imprenditoria. Per rendere l’idea: qualche anno prima, mentre andavo di primo mattino alla fermata dell’autobus che mi portava al liceo mi erto imbattuto in un corpo inerte disteso pancia a terra sulla strada deserta. Era la vittima di una tipica esecuzione mafiosa.

Una sera mi accadde un fatto strano. Era notte fonda e stavo accompagnando a casa la mia ragazza con il motorino. Mentre eravamo fermi al semaforo ad aspettare che scattasse il verde, si accostò una macchina e dal finestrino il guidatore mi guardò e si appoggiò una pistola sul braccio, con la canna puntata verso di me. Non capii mai se fosse un gesto intimidatorio, ma ricordo che aleggiava un’aria spettrale.

Un giorno nella spiaggia dello Sperone fu trovato il corpo nudo di un uomo, che poi risultò essere quello del calciatore Giuseppe Marino, ucciso dagli agenti della squadra mobile di Palermo durante un interrogatorio e poi abbandonato sulla battigia.

Un fatto che scosse tutta la città fu la morte di due studenti del liceo investiti dall’auto della scorta del giudice Paolo Borsellino: l’autista aveva perso il controllo del veicolo e falciò i due ragazzi mentre aspettavano l’autobus alla fermata.

Poi cominciò la costruzione dell’Aula Bunker al carcere dell’Ucciardone, il luogo in cui si sarebbe svolto il Maxiprocesso, che diede una svolta a tutto quello che stava accadendo, condannando un gran numero di mafiosi. Per quell’occasione mi prestarono un corpo macchina, una Voigtlander che si bloccava, così ada ogni scatto dovevo togliere l’obiettivo, abbassare lo specchio, rimontare la lente e riscattare. Dovetti ripetere la procedura per tutta la pellicola.

La rotativa chiudeva intorno a mezzogiorno e, dato che il giornale usciva nel primo pomeriggio, per coprire gli articoli dei giornalisti bisognava precipitarsi sul posto. Subito dopo si entrava in camera oscura a sviluppare i negativi; una volta asciutti si stampavano le foto in carta politenata, formato 13×18, e si consegnavano al più presto in sede, a volte ancora bagnate.

Quando iniziai a collaborare con L’Ora avevo vent’anni.

Fabio Sgroi

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